apt.conf(5) file di configurazione di APT

DESCRIZIONE

/etc/apt/apt.conf è il file di configurazione principale condiviso da tutti gli strumenti nella suite APT, anche se non è affatto l'unico posto in cui possono essere impostate opzioni. La suite condivide anche un analizzatore comune della riga di comando per fornire un ambiente uniforme.

Quando uno strumento APT viene avviato, legge i file di configurazione nel seguente ordine:

1. il file specificato dalla variabile d'ambiente APT_CONFIG (se presente)

2. tutti i file in Dir::Etc::Parts, in ordine alfanumerico crescente, se il loro nome file non ha estensione o ha «conf» come estensione, e contiene solamente caratteri alfanumerici, trattini (-), caratteri di sottolineatura (_) e punti (.). Altrimenti, APT visualizza un messaggio che informa che un file è stato ignorato, a meno che il file non corrisponda ad un modello nell'elenco di configurazione Dir::Ignore-Files-Silently nel qual caso verrà ignorato silenziosamente.

3. il file di configurazione principale specificato da Dir::Etc::main

4. tutte le opzioni impostate nel sottoalbero di configurazione specifico dei binari sono spostate nella radice dell'albero.

5. le opzioni nella riga di comando sono applicate per scavalcare le direttive di configurazione o per caricare ulteriori file di configurazione.

SINTASSI

Il file di configurazione ha un'organizzazione ad albero con le opzioni riunite in gruppi funzionali. Un'opzione viene specificata con una notazione a due punti (:); per esempio APT::Get::Assume-Yes è un'opzione per lo strumento Get all'interno del gruppo dello strumento APT. Le opzioni non ereditano dai gruppi genitori.

Sintatticamente il linguaggio di configurazione è basato sul modello di quello usato dagli strumenti ISC come bind e dhcp. Le righe che iniziano con // vengono trattate come commenti (ignorate), così come tutto il testo racchiuso tra /* e */, proprio come i commenti C/C++. Ogni riga ha la forma APT::Get::Assume-Yes "true";. Le virgolette e il punto e virgola finale sono obbligatori. I valori non possono includere barre inverse (\) o ulteriori virgolette. I nomi delle opzioni sono costituiti da caratteri alfanumerici e dai caratteri «/-:._+». Un nuovo ambito può essere aperto con parentesi graffe come in:



APT {
Get {
Assume-Yes "true";
Fix-Broken "true";
};
};

con le nuove righe posizionate in modo da renderle più leggibili. Si possono creare elenchi aprendo un ambito e includendo una singola stringa racchiusa tra virgolette e seguita da un punto e virgola. Possono essere incluse più voci, separate da un punto e virgola.

   
DPkg::Pre-Install-Pkgs {"/usr/sbin/dpkg-preconfigure --apt";};

In generale i file di configurazione d'esempio /usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz sono una buona guida su come debba essere un file di configurazione.

I nomi delle voci di configurazione sono insensibili all'uso di maiuscole e minuscole, perciò nell'esempio precedente si sarebbe potuto usare dpkg::pre-install-pkgs.

I nomi delle voci di configurazione sono opzionali se viene definito un elenco come si può vedere nell'esempio DPkg::Pre-Install-Pkgs precedente. Se non si specifica un nome, una nuova voce aggiunge semplicemente una nuova opzione all'elenco. Se si specifica un nome, si può sovrascrivere l'opzione come per ogni altra, assegnandole un nuovo valore.

Sono definiti due comandi speciali: #include (che è deprecato e non supportato da implementazioni alternative) e #clear. #include include il file indicato a meno che il suo nome non termini con un carattere «/», nel qual caso viene inclusa l'intera directory. #clear viene usato per eliminare una parte dell'albero di configurazione. L'elemento specificato e tutti i suoi discendenti vengono eliminati. (Notare che anche queste righe devono terminare con un punto e virgola.)

Il comando #clear è l'unico modo di cancellare un elenco o un intero ambito. Riaprire un ambito (o usare la sintassi descritta più sotto aggiungendo alla fine ::) non sovrascrive le voci precedentemente scritte. Le opzioni possono essere sovrascritte solamente assegnandovi un nuovo valore; gli elenchi e gli ambiti non possono essere sovrascritti, solo cancellati.

Tutti gli strumenti APT accettano un'opzione -o che permette di specificare una direttiva di configurazione arbitraria nella riga di comando. La sintassi è un nome completo di opzione (per esempio APT::Get::Assume-Yes) seguito da un segno di uguaglianza e quindi il nuovo valore dell'opzione. Per aggiungere un nuovo elemento ad un elenco, aggiungere :: alla fine del nome dell'elenco. (Come si può immaginare, la sintassi per gli ambiti non può essere usata nella riga di comando.)

Notare che aggiungere voci in coda ad un elenco usando :: funziona solamente con un elemento per riga, e che non si dovrebbe usarlo insieme alla sintassi per gli ambiti (che aggiunge implicitamente ::). L'uso di entrambe le sintassi insieme fa apparire un bug che sfortunatamente alcuni utenti utilizzano: un'opzione con l'insolito nome «::» che funziona come una qualsiasi altra opzione con nome. Ciò introduce molti problemi; innanzitutto gli utenti che scrivono più righe con questa sintassi sbagliata nella speranza di aggiungere voci ad un elenco ottengono il risultato opposto, dato che viene usata solo l'ultima assegnazione per questa opzione «::». Le versioni future di APT causeranno errori e smetteranno di funzionare se incontrano questo uso scorretto, perciò è bene correggere tali dichiarazioni ora, quando APT ancora non si lamenta esplicitamente.

IL GRUPPO APT

Questo gruppo di opzioni controlla il comportamento generale di APT, oltre a contenere le opzioni per tutti gli strumenti.

Architecture

Architettura di sistema; imposta l'architettura da usare quando si recuperano i file e si analizzano gli elenchi dei pacchetti. Il valore predefinito interno è l'architettura per la quale apt è stato compilato.

Architectures

Tutte le architetture supportate dal sistema. Ad esempio, le CPU che implementano l'insieme di istruzioni amd64 (chiamato anche x86-64) sono anche in grado di eseguire binari compilati per l'insieme di istruzioni i386 (x86). Questo elenco viene usato quando si recuperano i file e si analizzano gli elenchi dei pacchetti. Il valore iniziale predefinito è sempre l'architettura nativa del sistema (APT::Architecture), e le altre architetture vengono aggiunte all'elenco predefinito quando sono registrate con dpkg --add-architecture.

Compressor

This scope defines which compression formats are supported, how compression and decompression can be performed if support for this format isn't built into apt directly and a cost-value indicating how costly it is to compress something in this format. As an example the following configuration stanza would allow apt to download and uncompress as well as create and store files with the low-cost .reversed file extension which it will pass to the command rev without additional commandline parameters for compression and uncompression:

Build-Profiles

Elenco dei profili di compilazione abilitati per la risoluzione delle dipendenze di compilazione, senza il prefisso dello spazio dei nomi «profile.». In modo predefinito questa lista è vuota. DEB_BUILD_PROFILES, come usata da dpkg-buildpackage(1) ha la precedenza sulla notazione della lista.

Default-Release

Il rilascio predefinito da cui installare i pacchetti se è disponibile più di una versione. Contiene il nome del rilascio, il nome in codice o la versione del rilascio. Esempi: «stable», «testing», «unstable», «jessie», «stretch», «4.0», «5.0*». Vedere anche apt_preferences(5).

Ignore-Hold

Ignora i pacchetti bloccati; questa opzione globale fa sì che il risolutore di problemi ignori i pacchetti bloccati nel suo processo decisionale.

Clean-Installed

Attiva in modo predefinito. Quando attiva, la funzionalità autoclean rimuove dalla cache ogni pacchetto che non può più essere scaricato. Se disattivata, allora sono esclusi dalla rimozione anche i pacchetti che sono installati; fare attenzione però al fatto che APT non fornisce alcun mezzo diretto per reinstallarli.

Immediate-Configure

Attiva in modo predefinito, il che fa sì che APT installi i pacchetti essenziali e importanti non appena è possibile durante un'installazione o aggiornamento, per limitare l'effetto di una chiamata a dpkg(1) che non ha successo. Se questa opzione è disattivata, APT tratta un pacchetto importante nello stesso modo di un pacchetto extra: tra lo spacchettamento del pacchetto A e la sua configurazione possono esserci molte altre chiamate di spacchettamento o configurazione per altri pacchetti non correlati B, C, ecc. Se queste causano il fallimento della chiamata a dpkg(1) (ad esempio perché lo script del manutentore di B genera un errore), ciò ha come risultato un sistema in cui il pacchetto A è spacchettato ma non configurato; perciò non è più garantito il funzionamento di ogni pacchetto che dipende da A, dato che la dipendenza da A non è più soddisfatta.

Il contrassegno di configurazione immediata viene applicato anche nel caso potenzialmente problematico di dipendenze circolari, dato che una dipendenza con il contrassegno di immediato è equivalente ad una pre-dipendenza. In teoria ciò permette ad APT di riconoscere una situazione in cui non è in grado di effettuare la configurazione immediata, di terminare annullando e di suggerire all'utente che l'opzione dovrebbe essere temporaneamente disattivata per permettere la continuazione dell'operazione. Notare come sia stata usata l'espressione «in teoria»: in realtà questo problema si è verificato molto di rado, in versioni non stabili di distribuzione, ed è stato causato da dipendenze sbagliate del pacchetto interessato o da un sistema che era già in uno stato erroneo; perciò non si dovrebbe disattivare alla cieca questa opzione, dato che lo scenario descritto sopra non è l'unico problema che può aiutare a prevenire.

Prima di eseguire una grossa operazione come dist-upgrade con questa opzione disattivata, si dovrebbe provare a usare esplicitamente install sul pacchetto che APT non è stato in grado di configurare immediatamente; assicurarsi però di segnalare il problema alla propria distribuzione e al Team di APT usando il collegamento per i bug indicato in seguito, in modo che possano lavorare a migliorare o correggere il processo di aggiornamento.

Force-LoopBreak

Non attivare mai questa opzione a meno di non sapere veramente ciò che si sta facendo. Permette ad APT di rimuovere temporaneamente un pacchetto essenziale per rompere un ciclo Conflicts/Conflicts o Conflicts/Pre-Depends tra due pacchetti essenziali. Un tale ciclo non dovrebbe mai esistere ed è un bug grave. Questa opzione funziona se i pacchetti essenziali non sono tar, gzip, libc, dpkg, dash o qualsiasi altro da cui dipendono tali pacchetti.

Cache-Start, Cache-Grow, Cache-Limit

APT, a partire dalla versione 0.7.26, usa un file cache ridimensionabile mappato in memoria per memorizzare le informazioni disponibili. Cache-Start funziona da indicatore della dimensione che la cache raggiungerà ed è perciò la quantità di memoria che APT richiederà all'avvio. Il valore predefinito è 20971520 byte (~20 MB). Notare che questa quantità di spazio deve essere disponibile per APT, altrimenti probabilmente terminerà con un fallimento in modo molto poco grazioso; perciò per i dispositivi con memoria limitata questo valore dovrebbe essere abbassato, mentre nei sistemi con molte fonti configurate dovrebbe essere aumentato. Cache-Grow definisce di quanto verrà aumentata la dimensione della cache in byte, se lo spazio definito da Cache-Start non è sufficiente; il valore predefinito è 1048576 (~1 MB). Questo valore verrà applicato più volte, fino a che la cache non è grande abbastanza per memorizzare tutte le informazioni o la dimensione della cache raggiunge il valore Cache-Limit. Il valore predefinito di Cache-Limit è 0 che indica nessun limite. Se Cache-Grow viene impostato a 0 la crescita automatica della cache è disabilitata.

Build-Essential

Definisce quali pacchetti sono considerati dipendenze di compilazione essenziali.

Get

La sottosezione Get controlla lo strumento apt-get(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni.

Cache

La sottosezione Cache controlla lo strumento apt-cache(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni.

CDROM

La sottosezione CDROM controlla lo strumento apt-cdrom(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni.

IL GRUPPO ACQUIRE

Il gruppo di opzioni Acquire controlla lo scaricamento dei pacchetti così come i vari «metodi di acquisizione» responsabili per lo scaricamento stesso (vedere anche sources.list(5)).

Check-Valid-Until

Opzione relativa alla sicurezza attiva in modo predefinito, poiché dare una data di scadenza alla convalida di un file Release evita attacchi ripetuti nel corso del tempo e può anche, per esempio, aiutare gli utenti a identificare i mirror che non sono più aggiornati, ma la funzionalità dipende dall'esattezza dell'orologio sul sistema dell'utente. I manutentori degli archivi sono incoraggiati a creare file Release con l'intestazione Valid-Until, ma se non lo fanno o se si desidera un valore più restrittivo può essere utilizzata l'opzione Max-ValidTime seguente. Per disabiitare il controllo in modo selettivo dovrebbe essere preferita l'opzione Check-Valid-Until delle voci in sources.list(5), invece di usare questa configurazione globale.

Max-ValidTime

Tempo massimo (in secondi) dalla sua creazione (come indicata dall'intestazione Date) per il quale il file Release deve essere considerato valido. Se il file Release stesso include un'intestazione Valid-Until, viene usata come data di scadenza quella più corta. Il valore predefinito è 0 che sta per «valido per sempre». Possono essere fatte impostazioni specifiche per ciascun archivio aggiungendo l'etichetta dell'archivio in fondo al nome dell'opzione. È preferibile ottenere la stessa cosa per voci specifiche in sources.list(5) usando lì l'opzione Valid-Until-Max.

Min-ValidTime

Tempo minimo (in secondi) dalla sua creazione (come indicata dall'intestazione Date) per il quale il file Release deve essere considerato valido. Utilizzare questa opzione se si deve usare un mirror (locale), aggiornato raramente, di un archivio aggiornato più spesso che ha un'intestazione Valid-Until, invece di disabilitare completamente il controllo della data di scadenza. Possono essere fatte impostazioni specifiche per ciascun archivio aggiungendo l'etichetta dell'archivio in fondo al nome dell'opzione. È preferibile ottenere la stessa cosa per voci specifiche in sources.list(5) usando lì l'opzione Valid-Until-Min.

PDiffs

Cerca di scaricare le differenze chiamate PDiff per gli indici (come i file Packages), invece di scaricare interamente i nuovi. Attiva in modo predefinito. È preferibile fare questa impostazione per file indice o voci specifiche in sources.list(5) usando lì l'opzione PDiffs.

Sono disponibili anche due sotto-opzioni per limitare l'uso dei PDiff: FileLimit può essere usata per specificare un numero massimo di file PDiff che devono essere scaricati per aggiornare un file. SizeLimit, invece, è la percentuale massima della dimensione di tutte le patch in rapporto alla dimensione del file finale considerato. Se uno di questi limiti viene superato, viene scaricato il file completo invece delle patch.

By-Hash

Cerca di scaricare gli indici usando un URI costruito a partire da una somma hash del file atteso invece che scaricato attraverso un nome di file stable ben noto. Attiva in modo predefinito, ma disabilitata in modo predefinito se la fonte non indica il supporto per essa. Il suo uso può essere forzato con il valore speciale «force». È preferibile impostarla per file indice o voci specifiche in sources.list(5) usando lì l'opzione By-Hash.

Queue-Mode

Modalità di coda; Queue-Mode può essere host o access, che determinano come APT mette in parallelo le connessioni in uscita. host significa che viene aperta una connessione per ogni host bersaglio, access significa che viene aperta una connessione per ogni tipo di URI.

Retries

Numero di tentativi successivi da effettuare. Se è diverso da zero, APT riproverà per il numero di volte specificato a scaricare i file con cui non ha avuto successo.

Source-Symlinks

Usa i collegamenti simbolici per gli archivi sorgente. Se impostata a vero, allora per gli archivi sorgente verranno creati, quando possibile, dei collegamenti simbolici invece di fare una copia. Il valore predefinito è vero.

http

http::Proxy imposta il proxy predefinito da usare per gli URI HTTP. È nella forma standard http://[[utente][:password]@]host[:porta]/. Possono anche essere specificati proxy per ciascun host usando la forma http::Proxy::<host> con la speciale parola chiave DIRECT che significa di non usare un proxy. Se non viene specificata alcuna delle impostazioni precedenti, viene usata la variabile d'ambiente http_proxy.

Sono fornite tre impostazioni per il controllo della cache in proxy con cache conformi a HTTP/1.1. No-Cache indica al proxy di non usare la sua risposta in cache in nessuna circostanza. Max-Age imposta l'età massima consentita (in secondi) di un file indice nella cache del proxy. No-Store specifica che il proxy non deve memorizzare i file archivio richiesti nella sua cache, il che può essere usato per evitare che il proxy riempia la propria cache con (grandi) file .deb.

L'opzione timeout imposta il tempo di timeout usato dal metodo; questo valore si applica sia al timeout per la connessione sia a quello per i dati.

L'impostazione Acquire::http::Pipeline-Depth può essere usata per abilitare le pipeline HTTP (RFC 2616, sezione 8.1.2.2) che possono essere utili, ad esempio, in connessioni con grande latenza. Specifica quante richieste sono inviate in una pipeline. APT cerca di rilevare al momento dell'esecuzione i server web e i proxy con comportamento non corretto e di aggirare il problema, ma se è noto che i propri non sono conformi alla specifica HTTP/1.1, l'uso delle pipeline può essere disabilitato impostando il valore a 0. In modo predefinito è abilitato con il valore 10.

Acquire::http::AllowRedirect specifica se APT segue o meno le ridirezioni che sono abilitate in modo predefinito.

La quantità di banda utilizzata può essere limitata con Acquire::http::Dl-Limit che accetta valori interi in kilobyte al secondo. Il valore predefinito è 0 che disattiva il limite e cerca di usare tutta la banda disponibile. Notare che questa opzione implicitamente disabilita lo scaricamento da più server contemporaneamente.

Acquire::http::User-Agent può essere usata per impostare un User-Agent diverso per il metodo di scaricamento http, dato che alcuni proxy permettono l'accesso per i client solo se usano un identificativo conosciuto.

Acquire::http::Proxy-Auto-Detect can be used to specify an external command to discover the http proxy to use. The first and only parameter is an URI denoting the host to be contacted to allow for host-specific configuration. APT expects the command to output the proxy on stdout as a single line in the style http://proxy:port/ or the word DIRECT if no proxy should be used. No output indicates that the generic proxy settings should be used. Note that auto-detection will not be used for a host if a host-specific proxy configuration is already set via Acquire::http::Proxy::HOST. See the squid-deb-proxy-client(1) package for an example implementation that uses avahi. This option takes precedence over the legacy option name ProxyAutoDetect.

https

Le opzioniCache-control, Timeout, AllowRedirect, Dl-Limit e proxy funzionano per gli URI HTTPS nello stesso modo che per il metodo http e assumono in modo predefinito lo stesso valore, a meno di non essere impostate in modo esplicito. L'opzione Pipeline-Depth non è ancora supportata.

La sotto-opzione CaInfo specifica la posizione del file che contiene le informazioni sui certificati fidati; <host>::CaInfo è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. La sotto-opzione booleana Verify-Peer determina se il certificato host del server deve o non deve essere verificato usando i certificati fidati; <host>::Verify-Peer è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. La sotto-opzione booleana Verify-Host determina se il nome host del server deve o non deve essere verificato; <host>::Verify-Host è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslCert determina quale certificato usare per l'autenticazione client; <host>::SslCert è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslKey determina quale chiave privata usare per l'autenticazione client; <host>::SslKey è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslForceVersion scavalca la versione predefinita SSL da usare e può contenere la stringa «TLSv1» o «SSLv3»; <host>::SslForceVersion è la corrispondente opzione specifica per ciascun host.

ftp

ftp::Proxy imposta il proxy predefinito da usare per gli URI FTP. È nella forma standard ftp://[[utente][:password]@]host[:porta]/. Si possono anche specificare proxy per ciascun host usando la forma ftp::Proxy::<host> con la speciale parola chiave DIRECT che indica di non usare proxy. Se nessuna delle opzioni precedenti è impostata, viene usata la variabile d'ambiente ftp_proxy. Per usare un proxy FTP è necessario impostare lo script ftp::ProxyLogin nel file di configurazione. Questa voce specifica i comandi da inviare per dire al server proxy a cosa connettersi. Vedere /usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz per un esempio di come utilizzarla. Le variabili di sostituzione che rappresentano i corrispondenti componenti dell'URI sono $(PROXY_USER), $(PROXY_PASS), $(SITE_USER), $(SITE_PASS), $(SITE) e $(SITE_PORT).

L'opzione timeout imposta il tempo di timeout usato dal metodo; questo valore si applica sia al timeout per la connessione sia a quello per i dati.

Sono fornite diverse impostazioni per controllare la modalità passiva. Generalmente è sicuro lasciare attiva la modalità passiva; funziona in quasi tutti gli ambienti. Tuttavia in alcune situazioni è necessario disabilitare la modalità passiva e usare invece la modalità per porta FTP. Ciò può essere fatto globalmente o, per connessioni che passano attraverso un proxy, per uno specifico host (vedere il file di configurazione d'esempio).

È possibile usare FTP attraverso un proxy via HTTP impostando la variabile d'ambiente ftp_proxy ad un URL HTTP; per la sintassi vedere la spiegazione del metodo http più sopra. Non è possibile impostare questa opzione nel file di configurazione e l'uso di FTP via HTTP non è raccomando a causa della sua bassa efficienza.

L'impostazione ForceExtended controlla l'uso dei comandi EPSV e EPRT della RFC 2428. Il valore predefinito è falso, il che significa che questi comandi sono usati solamente se la connessione di controllo è IPv6. Impostare questo valore a vero forza il loro uso anche su connessioni IPv4. Notare che la maggior parte dei server FTP non supporta la RFC 2428.

cdrom

Per URI che usano il metodo cdrom, l'unica opzione configurabile è il punto di mount, cdrom::Mount, che deve essere il punto di mount dell'unità CD-ROM (o DVD o quello che è), come specificato in /etc/fstab. È possibile fornire comandi alternativi per il montaggio e lo smontaggio se il proprio punto di mount non può essere elencato in fstab. La sintassi prevede di mettere

/cdrom/::Mount "pippo";

all'interno del blocco cdrom. È importante che sia presente la barra in fondo. I comandi per lo smontaggio possono essere specificati usando UMount.

gpgv

Per gli URI GPGV l'unica opzione configurabile è gpgv::Options, che passa parametri aggiuntivi a gpgv.

CompressionTypes

List of compression types which are understood by the acquire methods. Files like Packages can be available in various compression formats. By default the acquire methods can decompress and recompress many common formats like xz and gzip; with this scope the supported formats can be queried, modified as well as support for more formats added (see also APT::Compressor). The syntax for this is:

Acquire::CompressionTypes::EstensioneFile "NomeMetodo";

Also, the Order subgroup can be used to define in which order the acquire system will try to download the compressed files. The acquire system will try the first and proceed with the next compression type in this list on error, so to prefer one over the other type simply add the preferred type first - types not already added will be implicitly appended to the end of the list, so e.g.

Acquire::CompressionTypes::Order:: "gz";

can be used to prefer gzip compressed files over all other compression formats. If xz should be preferred over gzip and bzip2 the configure setting should look like this:

Acquire::CompressionTypes::Order { "xz"; "gz"; };

It is not needed to add bz2 to the list explicitly as it will be added automatically.

Note that the Dir::Bin::Methodname will be checked at run time. If this option has been set and support for this format isn't directly built into apt, the method will only be used if this file exists; e.g. for the bzip2 method (the inbuilt) setting is:

Dir::Bin::bzip2 "/bin/bzip2";

Note also that list entries specified on the command line will be added at the end of the list specified in the configuration files, but before the default entries. To prefer a type in this case over the ones specified in the configuration files you can set the option direct - not in list style. This will not override the defined list; it will only prefix the list with this type.

Il tipo speciale uncompressed può essere usato per dare la precedenza ai file non compressi, ma è bene notare che la maggior parte degli archivi non fornisce file non compressi, perciò questo è utilizzabile soprattutto per i mirror locali.

GzipIndexes

Quando si scaricano indici compressi con gzip (Packages, Sources o Translations), li mantiene localmente compressi con gzip invece di spacchettarli. Questo fa risparmiare parecchio spazio su disco a spese di un maggiore uso della CPU quando si creano le cache locali dei pacchetti. In modo predefinito è disabilitato.

Languages

La sottosezione Languages controlla quali file Translation sono scaricati e in quale ordine APT cerca di visualizzare le traduzioni delle descrizioni. APT cerca di visualizzare la prima descrizione disponibile nella lingua elencata per prima. Le lingue possono essere definite con i loro codici brevi o lunghi. Notare che non tutti gli archivi forniscono i file Translation per tutte le lingue; i codici di lingua lunghi sono particolarmente rari.

L'elenco predefinito include «environment» ed «en». «environment» ha un significato speciale in questo contesto: viene sostituito al momento dell'esecuzione dai codici di lingua estratti dalla variabile d'ambiente LC_MESSAGES. Assicura anche che questi codici non vengano inclusi due volte nell'elenco. Se LC_MESSAGES è impostata a «C», viene usato solamente il file Translation-en (se disponibile). Per forzare APT a non usare alcun file Translation, usare l'impostazione Acquire::Languages=none. "none" è un altro codice con significato speciale che interrompe la ricerca di un file Translation adatto. Questo dice ad APT di scaricare anche queste traduzioni, senza usarle realmente a meno che l'ambiente non specifichi le lingue. Perciò il seguente esempio di configurazione avrà come risultato l'ordine «en, it» in una localizzazione inglese o «it, en» in una italiana. Notare che «fr» viene scaricato, ma non usato, a meno che APT non venga usato in una localizzazione francese (dove l'ordine sarebbe «fr, it, en»).

Acquire::Languages { "environment"; "it"; "en"; "none"; "fr"; };

Notare che per prevenire problemi risultanti dall'uso di APT in ambienti differenti (ad esempio da parte di utenti o programmi diversi), tutti i file Translation che si trovano in /var/lib/apt/lists/ vengono aggiunti alla fine dell'elenco (dopo un "none" implicito).

ForceIPv4

Durante gli scaricamenti, forza l'uso del solo protocollo IPv4.

ForceIPv6

Durante gli scaricamenti, forza l'uso del solo protocollo IPv6.

MaxReleaseFileSize

La dimensione massima per i file Release/Release.gpg/InRelease. Il valore predefinito è 10 MB.

EnableSrvRecords

Questa opzione controlla se apt usa il record del server DNS SRV come specificato nella RFC 2782 per selezionare un server alternativo a cui connettersi. In modo predefinito è impostata a vero («true»).

AllowInsecureRepositories

Allow update operations to load data files from repositories without sufficient security information. The default value is "false". Concept, implications as well as alternatives are detailed in apt-secure(8).

AllowWeakRepositories

Allow update operations to load data files from repositories which provide security information, but these are deemed no longer cryptographically strong enough. The default value is "false". Concept, implications as well as alternatives are detailed in apt-secure(8).

AllowDowngradeToInsecureRepositories

Allow that a repository that was previously gpg signed to become unsigned during an update operation. When there is no valid signature for a previously trusted repository apt will refuse the update. This option can be used to override this protection. You almost certainly never want to enable this. The default is false. Concept, implications as well as alternatives are detailed in apt-secure(8).

Changelogs::URI ambito

L'acquisizione di changelog è possibile solamente se è noto un URI da cui ottenerli. Il file Release indica questa informazione preferibilmente in un campo «Changelogs». Se questo non è disponibile, viene usato il campo Label/Origin del file Release per controllare se esiste un'opzione Acquire::Changelogs::URI::Label::ETICHETTA o Acquire::Changelogs::URI::Origin::ORIGINE e, se è così, viene preso questo valore. Il valore nel file Release può essere scavalcato con Acquire::Changelogs::URI::Override::Label::ETICHETTA or Acquire::Changelogs::URI::Override::Origin::ORIGINE. Il valore deve essere un URI normale verso un file di testo, tranne per il fatto che dati specifici di pacchetto sono sostituito con il segnaposto @CHANGEPATH@. Il valore per esso è: 1. se il pacchetto è da una componente (es. main) è la prima parte, altrimenti viene omesso; 2. la prima lettera del nome del pacchetto sorgente, tranne per i pacchetti sorgente con nome che inizia con «lib», nel qual caso saranno le prime quattro lettere; 3. il nome completo del pacchetto sorgente; 4. il nome completo di nuovo e 5. la versione sorgente. La prima (se presente), la seconda, la terza e la quarta parte sono separate da una sbarra («/») e tra la quarta e la quinta parte c'è un trattino basso («_»). Per questa opzione è disponibile il valore speciale «no» che indica che questa fonte non può essere usata per acquisire file changelog. In questo caso viene provata un'altra fonte, se disponibile.

CONFIGURAZIONE SPECIFICA PER BINARI

Specialmente con l'introduzione del binario apt può essere utile impostare determinate opzioni solamente per uno specifico binario, dato che anche opzioni che sembrerebbero avere effetto solo su un determinato binario come APT::Get::Show-Versions, hanno effetto su apt-get così come su apt.

L'impostazione di un'opzione per un solo binario specifico può essere ottenuta solamente impostando l'opzione all'interno di un ambito Binary::binario-specifico. Ad esempio impostare l'opzione APT::Get::Show-Versions solamente per apt può essere fatto impostando invece Binary::apt::APT::Get::Show-Versions.

Notare che, come visto nella sezione DESCRIZIONE più in alto, non si possono impostare opzioni specifiche per un binario dalla riga di comando né nei file di configurazione caricati tramite la riga di comando

DIRECTORY

La sezione Dir::State contiene directory che sono relative a informazioni di stato locali. lists è la directory in cui mettere gli elenchi scaricati dei pacchetti e status è il nome del file di stato di dpkg(1). preferences è il nome del file preferences di APT. Dir::State contiene la directory predefinita da anteporre a tutte le sottovoci che non iniziano con / o ./.

Dir::Cache contiene le posizioni relative alle informazioni della cache locale, come le due cache dei pacchetti srcpkgcache e pkgcache, così come la posizione in cui mettere gli archivi scaricati: Dir::Cache::archives. La generazione delle cache può essere disattivata impostando pkgcache o srcpkgcache a "". Questo rallenta l'avvio ma fa risparmiare spazio su disco. È probabilmente preferibile disattivare pkgcache piuttosto che srcpkgcache. Come per Dir::State, la directory predefinita è contenuta in Dir::Cache

Dir::Etc contiene la posizione dei file di configurazione; sourcelist fornisce la posizione di sourcelist e main è il file di configurazione predefinito (l'impostazione non ha effetto, a meno che non venga fatta dal file di configurazione specificato da APT_CONFIG).

L'impostazione Dir::Parts legge dalla directory specificata tutti i frammenti di configurazione in ordine lessicale. Al termine viene caricato il file di configurazione principale.

Dir::Bin punta ai programmi binari; Dir::Bin::Methods specifica la posizione dei gestori dei metodi e gzip, bzip2, lzma, dpkg, apt-get dpkg-source dpkg-buildpackage e apt-cache specificano la posizione dei rispettivi programmi.

La voce di configurazione RootDir ha un significato speciale. Se impostata, tutti i percorsi saranno relativi a RootDir, anche i percorsi che sono specificati in modo assoluto. Perciò, ad esempio, se RootDir è impostata a /tmp/staging e Dir::State::status è impostata a /var/lib/dpkg/status, allora il file di stato verrà cercato in /tmp/staging/var/lib/dpkg/status. Se si desidera un prefisso solo per i percorsi relativi, impostare invece Dir.

La lista Ignore-Files-Silently può essere usata per specificare quali file debbano essere ignorati in modo silenzioso da APT mentre analizza i file nelle directory con i frammenti. In modo predefinito un file il cui nome termina con .disabled, ~, .bak o .dpkg-[a-z]+ viene ignorato in modo silenzioso. Come si vede nell'ultimo valore predefinito questi modelli possono usare una sintassi con espressioni regolari.

APT IN DSELECT

Quando APT viene usato come metodo per dselect(1) svariate direttive di configurazione controllano il comportamento predefinito; queste sono nella sezione DSelect.

Clean

Modalità di pulizia della cache; i valori permessi sono always, prompt, auto, pre-auto e never. always e prompt rimuovono tutti i pacchetti dalla cache dopo ogni aggiornamento; prompt (il valore predefinito) lo fa in modo condizionato. auto rimuove solo quei pacchetti che non sono più scaricabili (ad esempio perché sostituiti da una nuova versione). pre-auto effettua questa azione prima di scaricare i nuovi pacchetti.

options

Il contenuto di questa variabile è passato come opzioni per la riga di comando ad apt-get(8), quando questo viene eseguito per la fase di installazione.

Updateoptions

Il contenuto di questa variabile è passato come opzioni per la riga di comando ad apt-get(8), quando questo viene eseguito per la fase di aggiornamento.

PromptAfterUpdate

Se impostato a vero l'operazione [A]ggiorna di dselect(1) chiederà sempre conferma prima di continuare. Il comportamento predefinito è di chiedere solo in caso di errore.

COME APT INVOCA DPKG(1)

Diverse direttive di configurazione controllano il modo in cui APT invoca dpkg(1); sono nella sezione DPkg.

options

Questa è una lista di opzioni da passare a dpkg(1). Le opzioni devono essere specificate usando la notazione per le liste e ogni voce nella lista viene passata a dpkg(1) come un singolo argomento.

Pre-Invoke, Post-Invoke

Questa è una lista di comandi di shell da eseguire prima/dopo l'invocazione di dpkg(1). Come options deve essere specificata con la notazione per le liste. I comandi sono invocati in ordine usando /bin/sh; se qualcuno dei comandi fallisce APT terminerà annullando.

Pre-Install-Pkgs

Questa è una lista di comandi di shell da eseguire prima di invocare dpkg(1). Come options deve essere specificata con la notazione per le liste. I comandi sono invocati in ordine usando /bin/sh; se qualcuno dei comandi fallisce APT terminerà annullando. APT passa i nomi di file di tutti i file .deb che sta per installare ai comandi, uno per riga sul descrittore di file richiesto, usando in modo predefinito lo standard input.

La versione 2 di questo protocollo invia più informazioni attraverso il descrittore di file richiesto: una riga con il testo VERSION 2, lo spazio di configurazione di APT e un elenco di azioni di pacchetto con nome file e informazioni sulle versioni.

Ogni riga con una direttiva di configurazione ha la forma chiave=valore. I caratteri speciali (segno di uguale, a capo, caratteri non stampabili, virgolette e segno di percentuale in chiave e a capo, caratteri non stampabili e segno di percentuale in valore) sono codificati con %-valore. Le liste sono rappresentate da più righe chiave::=valore con la stessa chiave. La sezione di configurazione termina con una riga vuota.

Package action lines consist of five fields in Version 2: package name (without architecture qualification even if foreign), old version, direction of version change (< for upgrades, > for downgrades, = for no change), new version, action. The version fields are "-" for no version at all (for example when installing a package for the first time; no version is treated as earlier than any real version, so that is an upgrade, indicated as - < 1.23.4). The action field is "**CONFIGURE**" if the package is being configured, "**REMOVE**" if it is being removed, or the filename of a .deb file if it is being unpacked.

Nella Versione 3 ogni campo di versione viene seguito dall'architettura di questa versione, che è «-» se non c'è versione, e da un campo che mostra il tipo MultiArch «same», «foreign», «allowed» o «none». Notare che «none» è un nome di tipo non corretto che viene mantenuto per questioni di compatibilità e dovrebbe essere letto come «no» e gli utenti sono incoraggiati a supportarli entrambi.

La versione del protocollo da usare per il comando cmd può essere scelta impostando in modo appropriato DPkg::Tools::options::cmd::Version, il cui valore predefinito è la versione 1. Se APT non supporta la versione richiesta invierà invece l'informazione nella versione più alta per cui ha il supporto.

Il descrittore di file da usare per inviare le informazioni può essere richiesto con DPkg::Tools::options::cmd::InfoFD che è in modo predefinito 0 per lo standard input ed è disponibile a partire dalla versione 0.9.11. Il supporto per l'opzione può essere controllato guardando la variabile d'ambiente APT_HOOK_INFO_FD che contiene il numero del descrittore di file usato per conferma.

Run-Directory

APT cambia la directory attuale in questa prima di invocare dpkg(1); il valore predefinito è /.

Build-options

Queste opzioni sono passate a dpkg-buildpackage(1) quando vengono compilati i pacchetti; il valore predefinito disabilita la firma e produce tutti i binari.

Uso dei trigger di dpkg (e relative opzioni)

APT può invocare dpkg(1) in modo tale da permettergli di fare un uso più aggressivo dei trigger su chiamate multiple di dpkg(1). Senza opzioni ulteriori dpkg(1) usa i trigger una volta sola per ogni volta che viene eseguito. Attivando queste opzioni si può quindi diminuire il tempo necessario per effettuare l'installazione o l'aggiornamento. Notare che questo è pensato per attivare queste opzioni in modo predefinito nel futuro ma, dato che cambia drasticamente il modo in cui APT chiama dpkg(1), necessita di essere testato ancora molto. Queste opzioni sono perciò al momento sperimentali e non dovrebbero essere usate in ambienti di produzione. Inoltre rende difettosi i rapporti sull'avanzamento, tanto che che tutte le interfacce attualmente rimangono per metà (o più) del tempo nello stato 100% mentre in realtà stanno venendo configurati i pacchetti.

Notare che non è garantito che APT supporterà queste opzioni o che queste opzioni non causeranno (grossi) problemi in futuro. Se i rischi e i problemi attuali legati a queste opzioni sono chiari, ma si è abbastanza coraggiosi da volere aiutare a testarle, creare un nuovo file di configurazione e provare una combinazione di opzioni. Segnalare ogni bug, problema o miglioramento che si presenta e assicurarsi di indicare nella segnalazione quali opzioni sono state usate. Potrebbe anche essere utile chiedere aiuto a dpkg(1) per il debug; vedere ad esempio dpkg --audit. Una combinazione di opzioni sulla difensiva sarebbe

DPkg::NoTriggers "true";
PackageManager::Configure "smart";
DPkg::ConfigurePending "true";
DPkg::TriggersPending "true";

DPkg::NoTriggers

Aggiunge l'opzione --no-triggers a tutte le invocazioni di dpkg(1) (tranne la chiamata ConfigurePending). Se si è interessati a capire cosa ciò significhi veramente, vedere dpkg(1). In breve: quando questa opzione è presente dpkg(1) non esegue i trigger, a meno che non sia esplicitamente chiamato per farlo con una chiamata aggiuntiva. Notare che questa opzione esiste (non documentata) anche in versioni più vecchie di APT, con un significato leggermente diverso: prima queste opzioni aggiungevano solamente --no-triggers alle chiamate di dpkg(1) per la configurazione, ora APT aggiunge questa opzione anche alle chiamate per lo spacchettamento e la rimozione.

PackageManager::Configure

Valori permessi sono «all», «smart» e «no». Il valore predefinito è «all», il che fa sì che APT configuri tutti i pacchetti. Il modo «smart» (intelligente) è quello di configurare solo i pacchetti che devono essere configurati prima che possa essere spacchettato un altro pacchetto (Pre-Depends), e lasciare che il resto venga configurato da dpkg(1) con una chiamata generata dall'opzione ConfigurePending (vedere più sotto). D'altro canto, «no» non configura nulla e si affida completamente a dpkg(1) per la configurazione (che al momento fallisce se viene incontrata una relazione Pre-Depends). Impostare questo parametro ad un qualsiasi valore diverso da all attiva implicitamente in modo predefinito anche l'opzione successiva, dato che altrimenti il sistema potrebbe finire in uno stato non configurato e potenzialmente non avviabile.

DPkg::ConfigurePending

Se questa opzione è impostata, APT invoca dpkg --configure --pending per lasciare che dpkg(1) gestisca tutte le configurazioni e i trigger necessari. Questa opzione viene attivata automaticamente in modo predefinito se l'opzione precedente non è impostata a all, ma potrebbe essere utile disattivarla se si desidera eseguire APT più volte di seguito, ad esempio in un installatore. In uno scenario simile si può disattivare questa opzione in tutte le esecuzioni tranne l'ultima.

DPkg::TriggersPending

Utile per la configurazione smart dato che un pacchetto che ha trigger in sospeso non è considerato come installato e dpkg(1) attualmente lo tratta come spacchettato che è un ostacolo per le relazioni Pre-Depends (vedere il bug Debian #526774). Notare che questo elaborerà tutti i trigger, non solo quelli necessari per configurare il pacchetto in questione.

OrderList::Score::Immediate

I pacchetti essenziali (e le loro dipendenze) dovrebbero essere configurati immediatamente dopo essere stati spacchettati. È una buona idea farlo abbastanza presto nel processo di aggiornamento, dato che queste chiamate di configurazione al momento richiedono anche DPkg::TriggersPending che esegue un certo numero di trigger (che potrebbero non essere necessari). I pacchetti essenziali ottengono in modo predefinito un punteggio alto, ma il contrassegno di immediatezza è relativamente basso (un pacchetto che ha una relazione Pre-Depends è valutato con un punteggio maggiore). Queste opzioni e le altre nello stesso gruppo possono essere usate per cambiare il punteggio. L'esempio seguente mostra le impostazioni con i loro valori predefiniti.

OrderList::Score {
        Delete 500;
        Essential 200;
        Immediate 10;
        PreDepends 50;
};

OPZIONI PERIODIC E ARCHIVES

I gruppi di opzioni APT::Periodic e APT::Archives configurano il comportamento degli aggiornamenti periodici di apt, ciò viene fatto attraverso lo script /etc/cron.daily/apt. Per una breve documentazione di queste opzioni, vedere all'inizio dello script.

OPZIONI DI DEBUG

Se si abilitano le opzioni nella sezione Debug:: verranno inviate delle informazioni di debug nel flusso dello standard error del programma usando le librerie apt, o verranno abilitate speciali modalità del programma che sono principalmente utili per far il debug del comportamento di apt. La maggior parte di queste opzioni non è interessante per l'utente normale, ma alcune potrebbero esserlo:

• Debug::pkgProblemResolver abilita l'output relativo alle decisioni prese da dist-upgrade, upgrade, install, remove, purge.

• Debug::NoLocking disabilita tutti i lock sui file. Può essere usato per eseguire alcune operazioni (ad esempio apt-get -s install) come utente non root.

• Debug::pkgDPkgPM stampa l'effettiva riga di comando ogni volta che apt invoca dpkg(1).

Debug::IdentCdrom disabilita l'inclusione di dati statfs negli ID dei CD-ROM.

Segue un elenco completo delle opzioni di debug per apt.

Debug::Acquire::cdrom

Stampa informazioni relative all'accesso a fonti cdrom://.

Debug::Acquire::ftp

Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando FTP.

Debug::Acquire::http

Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando HTTP.

Debug::Acquire::https

Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando HTTPS.

Debug::Acquire::gpgv

Stampa informazioni relative alla verifica delle firme di cifratura fatta usando gpg.

Debug::aptcdrom

Produce in output informazioni sul processo di accesso a raccolte di pacchetti memorizzati su CD-ROM.

Debug::BuildDeps

Descrive il processo di risoluzione delle dipendenze di compilazione in apt-get(8).

Debug::Hashes

Produce in output ogni hash crittografico che viene generato dalle librerie apt.

Debug::IdentCDROM

Quando viene generato l'ID per un CD-ROM, non include informazioni da statfs, cioè il numero di blocchi usati e liberi sul file system del CD-ROM.

Debug::NoLocking

Disabilita tutti i lock sui file. Per esempio permette di eseguire due istanze di «apt-get update» contemporaneamente.

Debug::pkgAcquire

Registra nel log quando vengono aggiunte o rimosse voci dalla coda globale degli scaricamenti.

Debug::pkgAcquire::Auth

Produce in output messaggi di stato ed errori relativi alla verifica dei codici di controllo e delle firme di cifratura dei file scaricati.

Debug::pkgAcquire::Diffs

Produce in output informazioni sullo scaricamento e l'applicazione dei diff per gli elenchi degli indici dei pacchetti, e gli errori relativi a tali diff.

Debug::pkgAcquire::RRed

Produce in output informazioni relative all'applicazione di patch agli elenchi dei pacchetti di apt quando vengono scaricati i diff per gli indici invece degli indici completi.

Debug::pkgAcquire::Worker

Registra nel log tutte le interazioni con i sottoprocessi che effettuano realmente gli scaricamenti.

Debug::pkgAutoRemove

Registra nel log gli eventi relativi allo stato di automaticamente installato dei pacchetti e alla rimozione dei pacchetti non utilizzati.

Debug::pkgDepCache::AutoInstall

Genera messaggi di debug che descrivono quali pacchetti vengono automaticamente installati per risolvere delle dipendenze. Corrisponde al passo iniziale di installazione automatica effettuato, ad esempio, in apt-get install e non all'intero risolutore di dipendenze di apt; per quello vedere Debug::pkgProblemResolver.

Debug::pkgDepCache::Marker

Genera messaggi di debug che descrivono quali pacchetto vengono contrassegnati per essere mantenuti/installati/rimossi mentre il ProblemResolver fa il suo lavoro. Ogni aggiunta o rimozione può causare azioni aggiuntive che vengono mostrate con un rientro di due spazi in più sotto alla voce originale. Il formato per ogni riga è MarkKeep, MarkDelete o MarkInstall seguito da nome-pacchetto <a.b.c -> d.e.f | x.y.z> (sezione) dove a.b.c è l'attuale versione del pacchetto, d.e.f è la versione presa in considerazione per l'installazione e x.y.z è una versione più recente, ma non considerata per l'installazione (a causa di un punteggio di pin più basso). Gli ultimi due possono essere omessi se non esistono o se sono uguali alla versione installata. sezione è il nome della sezione in cui compare il pacchetto.

Debug::pkgDPkgPM

Quando invoca dpkg(1), produce in output l'esatta riga di comando usata, con gli argomenti separati da un singolo carattere di spazio.

Debug::pkgDPkgProgressReporting

Produce in output tutti i dati ricevuti da dpkg(1) sul descrittore del file di stato ed ogni errore incontrato durante la sua analisi.

Debug::pkgOrderList

Genera un trace dell'algoritmo che decide l'ordine in cui apt deve passare i pacchetti a dpkg(1).

Debug::pkgPackageManager

Produce in output messaggi di stato che indicano i passi effettuati nell'invocazione di dpkg(1).

Debug::pkgPolicy

Produce in output la priorità di ogni elenco di pacchetti all'avvio.

Debug::pkgProblemResolver

Traccia l'esecuzione del risolutore di dipendenze (questo ha effetto solo per ciò che accade quando viene incontrato un problema complesso di dipendenze).

Debug::pkgProblemResolver::ShowScores

Visualizza un elenco di tutti i pacchetti installati con il loro punteggio calcolato che è usato dal pkgProblemResolver. La descrizione dei pacchetti è la stessa descritta in Debug::pkgDepCache::Marker

Debug::sourceList

Stampa informazioni sui fornitori lette da /etc/apt/vendors.list.

Debug::RunScripts

Visualizza i comandi esterni che sono richiamati dagli hook di apt. Ciò include ad esempio le opzioni di configurazione DPkg::{Pre,Post}-Invoke o APT::Update::{Pre,Post}-Invoke.

ESEMPI

/usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz è un file di configurazione che mostra valori d'esempio per tutte le opzioni possibili.

FILE

/etc/apt/apt.conf

File di configurazione di APT. Voce di configurazione: Dir::Etc::Main.

/etc/apt/apt.conf.d/

Frammenti di file di configurazione di APT. Voce di configurazione: Dir::Etc::Parts.

BUG

m[blue]Pagina dei bug di APTm[][1]. Se si desidera segnalare un bug in APT, vedere /usr/share/doc/debian/bug-reporting.txt o il comando reportbug(1).

TRADUZIONE

Traduzione in italiano a cura del Team italiano di localizzazione di Debian <[email protected]>. In particolare hanno contribuito Eugenia Franzoni (2000), Hugh Hartmann (2000-2012), Gabriele Stilli (2012), Beatrice Torracca (2012, 2014, 2015).

Notare che questa versione tradotta del documento può contenere parti non tradotte. Ciò è voluto, per evitare di perdere contenuti quando la traduzione non è aggiornata rispetto all'originale.

AUTORI

Jason Gunthorpe

Team APT

Daniel Burrows <[email protected]>

Documentazione iniziale di Debug::*.

NOTE

1.
Pagina dei bug di APT
http://bugs.debian.org/src:apt